La fecondazione in vitro (IVF), nota anche come inseminazione artificiale, è una
procedura nel trattamento della sterilità in cui gli ovuli vengono fecondati con lo
sperma al di fuori del corpo della madre. L’esperienza emotiva e il livello di cura
sono spesso più elevati nei genitori in cui la gravidanza è stata causata dal
processo di fecondazione in vitro. Poiché a volte la causa della scelta per la
fecondazione in vitro è una certa condizione cronica della madre o del padre che
sono ulteriori complicazioni implicite di tali gravidanze.
Tuttavia, il modo di gestire e mantenere una gravidanza non differisce in modo
significativo da una gravidanza naturale.
Se si tratta di una gravidanza avvenuta dopo la donazione di un ovulo e di
spermatozoi, la gravidanza ha un approccio completamente diverso, perché solo
così si può garantire una condizione sana della madre e del feto.
La semplicità di comprensione di questa condizione sta nel fatto che la
gravidanza è stata "motivata" dall’influenza ormonale, ovvero dalla donazione,
del fatto che il corpo della madre è ora immunologicamente, geneticamente… un
insieme di due "nuovi" segmenti, che il suo corpo riconosce ed è auspicabile che il
corpo della madre lo "accetti adeguatamente", nutra, in modo che il feto cresca
comodamente e si sviluppi nel corpo della madre. Inoltre, i segnali che il feto
invia al corpo materno richiedono terapie adeguate, al fine di risparmiare il
corpo materno dal "carico" aggiuntivo che è inevitabile con l’esistenza di due
insiemi di nuove cellule, per adattarsi e "adottare" questi "segnali "come propri.
In questo modo si instaura la connessione intrauterina tra la madre e il feto ed è
una connessione fisiologica e un adattamento reciproco che dà i migliori risultati
dando alla luce un bambino sano e preservando una madre sana.